Mario Cygielman (Archeologo direttore coordinatore Soprint. Archeologica della Toscana) dice NO al

venerdì 27 luglio 2012

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: la variante al Piano Strutturale per adeguamento al quadro normativo


Nella terza puntata abbiamo visto che, con Delibera di Giunta n. 359 del 30 giugno 2009, il Comune da avvio al procedimento di Variante al PRG per la previsione di un polo logistico intermodale nell’area a nord del centro abitato di Braccagni. Osservando come gli Enti chiamati ad esprimere un parere al Comune, abbiano espresso dubbi e si siano espressi in modo non favorevole.
Lo stesso Comune di Grosseto, nel parere dell’Ufficio Ambiente, condivide le perplessità e le critiche dell’autorità di Bacino Regionale Ombrone (vedi terza puntata), affermando:
Nella stesa Giunta, del 30 giugno 2009, viene approvata un’altra Delibera, la n. 358, che ha per oggetto l’avvio di un procedimento di variante al Piano Strutturale, per un’operazione di manutenzione ed adeguamento al mutato quadro normativo regionale di riferimento, in vista della redazione del primo Regolamento Urbanistico. La cosa può sembrare ininfluente riguardo al nostro interesse ma non è così.
Anche in questo caso vengono formulate osservazioni da pare degli Enti interessati, così si esprime la Regione Toscana:
La Regione comprende che la Variante introduce modifiche parziali al PS che di per se sono inattuali e anche non sostenibili riguardo alla coerenza che il PS dovrebbe avere con gli strumenti preordinati ma, soprattutto, sono insufficienti e non opportune poiché nello stesso periodo il Comune sta adottando il RU che inevitabilmente dovrà poi rapportarsi, rispettandolo, con il PS così adeguato. Prosegue la Regione:
La Regione interviene nel procedimento di variante al PS, fatta per permettere la localizzazione del Polo Logistico e Agroalimentare (già previsto dal PS al Madonnino) sotto il Baluardo di Montepescali e attaccato al paese di Braccagni, mettendo il guardia il Comune al rispetto delle norme di riferimento.
Il Comune non tiene conto dei suggerimenti della Regione e con D.C.C. n. 20 del 27/01/2011 adotta la “Variante al Piano Strutturale per adeguamento al quadro normativo regionale – Adozione ai sensi dell’art. 17 L.R.T. 1/2005 e s.m.i.”.
La variante viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione il 23 febbraio, proprio il giorno seguente ad un incontro pubblico con i cittadini di Braccagni, organizzato dal Comitato SOS Braccagni NET, dove il Sindaco aveva dato certe rassicurazioni, senza riferire che avevano adottatola variante normativa https://www.youtube.com/watch?v=O6CJ2HpGvzY&feature=related
Dalla pubblicazione i cittadini hanno 45 giorni per fare le loro osservazioni. La cosa rischia di passare inosservata ma qualcuno se ne accorge e così tre cittadini (Patrizio Galeotti, Robi Giannini e Maurilio Boni) firmano le osservazioni alla variante che saranno recapitate in tempo utile. Osservazioni Variante PS
Non è dello stesso avviso il Comune che le liquida come tardive, non prendendole in considerazione. Si va all’approvazione della Variante e nella seduta del Consiglio Comunale del 20 settembre 2011 avviene il colpo di scena. I tre cittadini, con senso di responsabilità, fanno sapere all’Amministrazione, tramite il Consigliere Gori, che l’osservazione è regolare in quanto presentata in tempo utile. Se il Comune avesse approvato la variante avrebbero avuto la possibilità di farla annullare dal Tribunale Amministrativo, con tutte le conseguenze del caso compreso il blocco del Regolamento Urbanistico, ma con grande senso di responsabilità hanno messo in guardia il Comune permettendogli di riparare all’errore procedurale che avrebbe avuto serie ripercussioni sostanziali sull’intera economia comunale, sempre più con l’acqua alla gola, per i ritardi nell’approvazione del R.U..
Si va avanti e Con D.C.C. n. 114, del 03/10/2011, viene approvata la variante. Durante la discussione delle controdeduzioni l’osservazione dei cittadini di Braccagni, la n. 7, non viene accolta, con la seguente votazione:
La Delibera, nel suo complesso, viene approvata:
Vale la pena precisare che questa variante è quella che ha permesso al comune di rilocalizzare tutte le previsioni che il Piano Strutturale aveva già indicato e specificato in modo esatto, le zone interessate sono molte, da Batignano al polo logistico del Madonnino che adesso potrà, secondo le intenzioni del Comune che tendono ad assecondare le richieste del privato PILT, collocarlo a ridosso del paese di Braccagni e sotto il Baluardo di Montepescali, in violazione delle norme regionali e provinciali.
La variante si inserisce nel processo di formazione del R.U. che poggia per aspetti fondamentali proprio sulla sua approvazione, ma come detto nelle osservazioni depositate dai tre cittadini e componenti del Comitato SOS Braccagni NET, questa viola le disposizioni della Legge regionale 1/2005, così come anche una circolare interpretativa della regione chiaramente indica (leggi il testo della circolare regionale)
Fine quinta puntata

domenica 22 luglio 2012

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: dalla voce di un cittadino ad un coro di protesta


Era il luglio 2009 quando Patrizio Galeotti si accorge, da una news del Comune, di una variante che “si propone di modificare la localizzazione del polo intermodale, già previsto nel piano regolatore a ovest della ferrovia, portandolo dal lato opposto del tracciato ferroviario. Uno spostamento necessario non solo per motivi tecnici, ma anche per consentire l’inserimento nel progetto di una serie di obiettivi di sostenibilità ambientale.”
In agosto si presenta in comune a prendere una prima parte delle copie del progetto che, successivamente, fa leggere a Maurilio Boni e a Nello Lolini, quest’ultimo si affianca a Patrizio e ritornano insieme in comune per due volte. Così ebbe inizio la raccolta dei documenti.
Trovatisi di fronte ad almeno tre grossi faldoni, si fecero fare fotocopie di ciò che pareva interessante, riservandosi di tornare a fotocopiare il resto una volta letta la prima documentazione. Fortunatamente erano riusciti ad ottenere quanto bastava per capire che non c’era solo lo spostamento dello scalo merci, come lasciava intendere la news del Comune, ma un progetto ben più grande e impattante. Così in paese, fra l’incredulità di alcuni, si inizia parlare di questa cosa e si organizzano le prime riunioni fra cittadini.
Si giunge al 2010 e Patrizio Galeotti non ci sta, decide di muoversi e fare qualcosa per smuovere le coscienze ed aver quell’informazione sul progetto che fino ad allora era mancata. Nasce così il gruppo Facebook “No al polo logistico di Braccagni” che ad oggi conta 483 membri. La cosa riscuote eco sulla stampa e ciò che prima era poco conosciuto dai comuni cittadini emerge dalle pagine dei giornali.
In un’intervista al Tirreno, del 6 giugno 2010, Galeotti riferisce: «Da cittadino di Braccagni la cosa di cui ho sentito più bisogno è l’informazione sul progetto, che è mancata. Siamo pacifici e figli della legge, chi ci rappresenta come espressione di un paese in rivolta o in protesta sbaglia. Gli iscritti hanno con Braccagni, Montepescali e le loro campagne un rapporto di amore e rispetto per la loro bellezza e sentono il bisogno di capire meglio quello che accadrà. Abbiamo fatto questo perché crediamo nella gente e nella capacità che ha di scegliere ciò che è meglio per se stessa, per la Maremma e per chi verrà dopo di noi ma per farlo dobbiamo sapere e conoscere». Prosegue «La viabilità a Braccagni non è mai stata un problema come da quando hanno introdotto i sensi unici. Il polo porterà ancora maggior traffico … Quando l’attuale statale Aurelia diventerà autostrada a pagamento anche tutto il traffico locale attraverserà il paese aggiungendo pericolo al disagio. Molte delle persone che conosco temono che Braccagni venga usata per costruire una cattedrale nel deserto, deturpante per la natura e la quiete del paese. Questa opera, realizzata senza soluzione di continuità con l’abitato, rischia di diventare un disastro ambientale …».
Inoltre Il Soprintendente per i Beni Archeologici, Mario Cygielman, alla luce delle scoperte nello scavo di San Martino in Piano, esclude che sia pensabile un polo logistico in quell’area, dato che in un terreno adiacente e già vincolato, è stata rinvenuta una stratificazione che va dal IV secolo avanti Cristo all’XI secolo dopo Cristo (le dichiarazioni del Soprintendente Mario Cygielman  https://www.youtube.com/watch?v=S-rMFcdL2rk&feature=player_embedded).
Lo scavo è stato oggetto di una mostra organizzata a Braccagni, nella sala convegni della Banca della Maremma, dal Gruppo Tradizioni Popolari “Galli Silvestro” e dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana in collaborazione con il corso di laurea in Conservazione e gestione dei beni archeologici dell’Università di Siena e con il Museo Archeologico di Grosseto.
Dalla stampa emergono anche particolari che riguardano la Società PILT, presieduta da Aristide Giannetti, che ha tra i soci la Camera di Commercio e imprese come il Gruppo Giannetti, il Gruppo Solmar (NuovaSolmine), la Vemar, il Cograe, Studioambiente e Agrideco.
Agrideco? Sarà mica quell’azienda tristemente famosa per la morte di un operaio rumeno, Doru Martin, avvenuta per l’esplosione di una bomboletta spray il 26 giugno 2008, le cui indagini sono poi sfociate in una maxinchiesta di rilevanza nazionale, dal nome “Golden Rubbish”, per traffico illecito di rifiuti speciali.
In un articolo apparso su Il Tirreno del 28 giugno 2008 si legge “Pieno sostegno da parte dell’Associazione Industriali Grosseto ad Agrideco e solidarietà per le famiglie delle persone rimaste vittime dell’incidente. «Si tratta di situazioni che nessuna azienda vorrebbe mai dover fronteggiare – osserva Aristide Giannetti, presidente di Confindustria Grosseto – ma che, purtroppo, possono accadere. Eventi tragici che colpiscono tutti coloro i quali nell’azienda operano, l’imprenditore come i dipendenti. Agrideco è un’impresa che ha sempre dimostrato il massimo impegno nella gestione dell’attività. …. Da parte nostra, massimo sostegno a Stefano Rosi, Luca Tronconi e Paola Pozzoni». «Sono molto rammaricato di fronte a questo evento, davvero sfortunato, che ha colpito Agrideco e il suo personale – aggiunge il consigliere Sergio Francioli, Vemar Srl -. Un’azienda di qualità, con una storia importante, che si è sempre mossa col massimo rigore». «I rapporti di lavoro che abbiamo avuto con Agrideco – dice il consigliere Ottorino Lolini, Nuova Solmine SpA – sono stati sempre gestiti con professionalità elevatissima. Da parte nostra piena stima verso un’azienda che sappiamo essere responsabile, attenta e corretta».
 La vicenda ha avuto sviluppi importanti, come emerge dalla stampa:
E’ del giugno scorso la notizia del patteggiamento della pena da parte dei vertici dell’Agrideco, un anno e quattro mesi di reclusione ed una sanzione di 40.000 Euro, per l’incendio in cui perse la vita l’operaio Doru Martin. Questo a conclusione di un’inchiesta durata quattro anni e sviluppatasi in diversi filoni che hanno coinvolto diverse procure, portando ad ipotizzare anche l’associazione a delinquere, accusa che sarà trattata il prossimo 10 gennaio.
Circa un anno dopo l’incidente che causò la morte dell’operaio, con i vertici di Agrideco indagati, la PILT fa entrare nel Consiglio di Amministrazione il Presidente di Agrideco. CdA che sarà poi destinato a cambiare nel tempo, fino alle ultime vicende che abbiamo letto sui giornali:
Torniamo a noi, ai cittadini. L’eco dato dalla stampa alimenta una forte polemica politica e feroci attacchi a chi ha semplicemente chiesto trasparenza e manifestato un pacato dissenso.
Un’anima sensibile si leva contro lo scempio del progetto PILT, a supporto delle tesi di Patrizio Galeotti e degli amici di Braccagni, è la voce di un professionista impegnato, l’Architetto Roberto Aureli:
La conseguenza è che persone che prima si conoscevano solo di vista ed altri con legami più profondi, si ritrovano con un interrogativo comune: Che sta succedendo?
A Patrizio Galeotti, al quale già si era affiancato Nello Lolini, si affiancano anche Maurilio Boni, Edo Galli, Alberto Bastiani, Luca Barbacci, Roberto Spadi, Vladimiro Capecchi, Robi Giannini, Fabio Bargelli, solo per citare quelli che poi daranno vita al Comitato SOS Braccagni NET. Ecco che dalla voce di un cittadino nasce un coro.
Questo, solo per ricordare a chi oggi si sta “riciclando” come paladino contrario al polo logistico che se non fosse stato per queste persone oggi, probabilmente, il polo logistico sarebbe già in fase di cantieree i finanziamenti pubblici, forse, sarebbero stati versati per la realizzazione di una struttura che, solo oggi, viene riconosciuta non rispettosa delle leggi e delle norme regionali e provinciali sovraordinate. Riguardo ai tanto sbandierati posti di lavoro sarebbero stati solo una lontana chimera, utilizzata come ‘carota’ per ammorbidire le proteste dei cittadini.
Questa breve ricostruzione non esaurisce certo l’argomento, perchè c’è stato molto, molto altro e ci scusiamo se, in questa sede, non abbiamo riportato tutto e citato tutti … ma il racconto continua.

martedì 17 luglio 2012

Cancellato il Polo logistico di Braccagni?

La notizia è di quelle che in paese fa rumore, sulla Nazione di questa mattina appare un articolo che titola "Cancellato il Polo logistico di Braccagni". L'esame, da parte della IV Commissione Consiliare, delle osservazioni di Regione e Comune offre un clamoroso colpo di scena, ecco che dalla relazione del dirigente dell’ufficio Urbanistica, Marco De Bianchi, emerge che viene cancellato il polo logistico di Braccagni, per intendersi il progetto PILT.
Preme ricordare che le osservazioni prodotto dal Comitato SOS Braccagni NET sono antecedenti a quelle di Regione e Provincia e giungono alle stesse conclusioni, perchè fondate sulla legge.
Dopo anni di tribolazioni passati a far capire le nostre ragioni, finalmente, possiamo gioire per una vittoria che viene dai cittadini, dalla loro voglia di capire, di farsi rispettare e di far rispettare la legge e le norme che regolano il governo del territorio.
Viviamo il territorio e vogliamo essere partecipi (a dispetto di quanto affermato da Monti) delle scelte operate dalla Pubblica Amministrazione e, se del caso, dissentire come per il progetto PILT.
Ci sorge un unico dubbio e riguarda la previsione di un insediamento industriale, sempre nella zona nord di Braccagni, di 20.000 metri quadrati da destinare al settore agroalimentare. L'augurio è che l'area individuata per questo insediamento non sia la stessa dove doveva sorgere il polo logistico perchè altrimenti le problematiche rimarrebbero le stesse: realizzazione di un'area industriale attaccata ad un paese, oltre a rischio idraulico, idrogeologico, archeologico, impatto sulla viabilità, ecc., ed al dubbio che un domani possa ripresentarsi lo spettro della logistica ferro/gomma.
In tal caso saremo costretti a rivolgerci alla giustizia amministrativa, con il rischio di bloccare il Regolamento Urbanistico, cosa che più volte abbiamo detto di non voler fare ma se costretti faremo.
Se invece il Comune di Grosseto, seguendo le indicazioni del P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento) della Provincia, che individua uno dei Grandi Ambiti Industriali Artigianali (GAIA) nella zona Roccastrada/Grosseto (Madonnino), intende collocare l'agroalimentare in quella zona, allora non avremo altro da fare che un plauso a scelte coerenti con la pianificazione sovraordinata, che vengono da scelte politiche condivise da anni, che vanno verso una razionalizzazione del territorio e lo sviluppo di quelle che il PTC definisce "Cittadelle del Lavoro".
L'augurio è che il nostro lavoro possa finire qui, intanto seguiremo da vicino i lavori della IV Commissione e aggiusteremo il ricorso già scritto alle nuove esigenze, la normativa è sempre quella, cambia solo l'oggetto.

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: la Variante al P.R.G.

Con Delibera di Giunta n. 359, del 30 giugno 2009, il Comune da avvio al procedimento di Variante al PRG per la previsione di un polo logistico intermodale nell'area a nord del centro abitato di Braccagni.


Nel corpo della delibera si parla di area industriale che viene ben inquadrata in un'area in adiacenza all'abitato di Braccagni. Viene indicato che si colloca tra il tracciato della vecchia Aurelia e il tracciato della ferrovia per Siena, viene tralasciato che l'altro confine è rappresentato da via Malenchini, sulla quale si affacciano da un lato civili abitazioni e, un domani, dall'altro industria di tipologia grande (per intenderci al pari del Casone di Scarlino) al posto dell'odierna area artigianale e commerciale.


Inoltre, viene citato il PTC (Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia) che individua i “grandi ambiti artigianali e industriali”, affermando che fra queste figura l'area industriale di Braccagni.
Anche la Relazione tecnica allegata alla delibera riporta le stesse parole riguardo alla previsione nel PTC di un'area industriale a Braccagni. Riportiamo la prima pagina ed un estratto eloquente:

 

Infatti, come possiamo leggere nel seguente estratto, il PTC individua i Grandi Ambiti Industriali ed Artigianali (GAIA), definiti anche Cittadelle del Lavoro:


Non si legge la parola Braccagni ma viene indicata, quale grande ambito industriale, l'area del Madonnino, tra i Comuni di Grosseto e Roccastrada. Anche la relativa cartografia è piuttosto chiara e segna l'industria al Madonnino.


Seppure con queste discordanze sulla localizzazione, rispetto alla pianificazione sovraordinata, si procede comunque.

 

Dalle osservazioni effettuate dagli Enti competenti emergono molte problematiche e pareri poco favorevoli.
Dal parere del Genio Civile emerge chiaramente che le aree individuate per la localizzazione del polo logistico sono a pericolosità idraulica molto elevata:


La Regione Toscana sembra porre forti dubbi sulla fattibilità dell'intervento e sulla legittimità della variante. Siamo nel 2009 e, già a quest'epoca, non sembra favorevole all'intervento:


Anche la Provincia non si esprime positivamente e solleva la problematica dello sprofondamento (sinkhole) del Bottegone:


Altre perplessità vengono espresse dalla Polizia Municipale:


Non è da meno il parere della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana che evidenzia l'importanza archeologica della zona:


Ci sembra sufficiente, ci fermiamo qui non prima però di aver segnalato il pesante parere del Bacino Regionale Ombrone 2010_04_19_parere_BACINO_OMBRONE

A questo punto voi penserete: si saranno fermati qui. ... NO!

Fine terza puntata

lunedì 9 luglio 2012

Polo Logistico a Braccagni: si prepara il percorso.

La seconda puntata si apre con una questione che forse a poco a che fare con il nostro argomento ma che vale la pena ricordare.
In data 2 dicembre 2008, con Delibera di Giunta n. 686, viene adottata la modifica del Piano Particolareggiato del Traffico Urbano di Braccagni (Assessore di riferimento era Capperucci Daniele). Viene modificata la circolazione con una serie di sensi unici che creano un anello circolatorio formato dalla vecchia Aurelia, via Malenchini, via A. Garibaldi e via dei Garibaldini, rendendo difficoltosa la mobilità dentro Braccagni.


Si possono notare due cose: si parla già di traffico di mezzi pesanti (anche notturno) e, altra chicca, di doppio senso su via Malenchini fino a via Sgarallino, mai realizzato nonostante le proteste e le reiterate richieste da parte della popolazione residente. Comunque basta fare due passi per via Malenchini per accorgersi che viene quotidianamente utilizzata a doppio senso, con pericoli evidenti per l’incolumità di chi ci transita (ma questa è un’altra storia).
Nel mese di febbraio 2009 la PILT esegue i rilievi del traffico dentro Braccagni, e precisamente nelle vie: vecchia Aurelia, via Malenchini e via dei Garibaldini. Proprio quelle vie che appena due mesi prima avevano cambiato regime circolatorio. Sarà stato un caso?
Per capire meglio il progetto che viene proposto dalla PILT ci torna utile la lettura della “Relazione Tecnica di Impatto Trasportistico“, redatta sulla base dei dati acquisiti, dove possiamo leggere quelli che sono i traffici attesi: “per i traffici in ingresso con vettori ferroviari, 290 ÷ 330 treni l’anno, l’intermodalità con la gomma si traduce, …, in un traffico di camion anno compreso nel range 5.900 ÷ 8.300.”


estratto Relazione Tecnica di Impatto Trasportistico

Inoltre, “per i traffici in ingresso al Terminal su gomma, stimabile tra i 9.900 ÷ 14.300 camion l’anno, l’intermodalità con il ferro si traduce, …, in un traffico annuo di treni compreso tra i 490 e i 570 treni annui.”


estratto Relazione Tecnica di Impatto Trasportistico

Sommando i dati minimi stimati (volendo essere ottimisti) si avrà un transito di camion pari a (5.900 + 9.900) 15.800 all’anno che transiteranno nelle strade di Braccagni, soprattutto nelle vie vecchia Aurelia, via Malenchini e via dei Garibaldini (altrimenti i rilievi fatti dalla PILT a cosa sono serviti?). Volendo fare un inciso, la trasformazione della S.S. 1 Aurelia in autostrada, secondo i progettisti della SAT, indurrà un traffico di 7.000 veicoli sulla vecchia Aurelia che passa dentro Braccagni, sommando questi al traffico indotto dal progetto PILT otteniamo la bella cifra di 22.800 automezzi all’anno che si sommano all’odierno traffico che interessa Braccagni.

Si legge anche che, oltre ad altri prodotti infiammabili, transitano e vengono stoccati prodotti petroliferi, e questo avviene a 150-200 metri dalle abitazioni e a meno di 400 metri dalla scuola materna ed elementare di Braccagni. Pare superfluo ricordare la tragedia di Viareggio, quando per il deragliamento di un treno merci che trasportava gas gpl, hanno perso la vita 32 persone, oppure un episodio occorso nella stazione di Grosseto e segnalato dal Sindaco con una nota, nella quale si legge:


Il Comune nel chiedere alla PILT l’avvio del procedimento di un Piano Complesso di Intervento, chiede anche “l’impegno ad acquisire” i terreni dove sarà realizzato l’intervento e la PILT provvede con un preliminare di acquisto immobiliare (febbraio 2009), dove i terreni agricoli vengono promessi a circa 230.000 Euro ad ettaro.

Sempre nel 2009 si accorgono che il Piano Complesso di Intervento non può essere portato a buon fine, perchè vietato dalle norme urbanistiche. Si ricorre, allora, ad una Variante al PRG, in quanto il Piano Strutturale, che prevede il polo logistico da un’altra parte, non può essere attuato mancando il Regolamento Urbanistico.
C’è un piccolo particolare: sono scattate le norme di salvaguardia del P.S. che, di fatto, impediscono l’adozione di Varianti. Nessuno se ne accorge (noi sì) e nel giugno 2009 la PILT chiede l’avvio del procedimento per una Variante al PRG “per la previsione di un polo logistico intermodale nell’area a nord dell’abitato di Braccagni“, che il Comune prontamente accoglie.

Dalla documentazione presentata si capisce che cosa verrà costruito, infatti si legge “il Polo logistico-intermodale si estende su un’area di circa 330.000 mq e prevede la localizzazione di uno scalo merci ferroviario e la realizzazione di un’area per funzioni produttive (industriali, artigianali, direzionali e di commercio all’ingrosso) di 200.000 mq“, in pratica 20 ettari di capannoni.
Si legge, inoltre, che sui 33 ettari, saranno realizzate le seguenti strutture:
  • Terminal Ferroviario
  • Area Doganale: “consente di avere depositi allo stato estero, le merci di importazione delle aziende di trasformazione o commerciali potranno godere di uno stoccaggio in esenzione IVA e dazi doganali.“
  • Polo Agroalimentare: “impianti di manipolazione e valorizzazione dei prodotti agricoli (industria agroalimentare), stoccaggi adeguati a temperatura controllata per le materie prime in ingresso e prodotti finiti, impianti di preparazione e lavorazione degli stessi.“
  • Polo Logistico: “quell’infrastruttura che mette a sistema le proprie attività, come quelle sopra descritte ed altre che per brevità non riportiamo, … realizzando un’ area attrezzata per affiancare e promuovere lo sviluppo delle merci sull’aeroporto di Grosseto oppure un autoporto per eliminare l’ingresso dei mezzi pesanti in città e organizzare la distribuzione delle merci in orari meno impattanti per la viabilità.“
Per brevità (forse per non annoiarci) non riportano il grosso delle attività industriali svolte da quello che la Pilt chiama polo logistico.
Inoltre introduce un nuovo elemento: l’autoporto che elimina l’ingresso dei mezzi pesanti in città, dirottandoli dentro Braccagni, e organizzando la distribuzione delle merci in orari meno impattanti per la viabilità. Quali saranno questi orari che presentano meno traffico? Durante la notte o all’alba? Quale sarà l’impatto di questi trasporti sulla popolazione di Braccagni, viste le cifre sopra riportate?

Tutto questo non sembra preoccupare i nostri politici che sono ben determinati nel sostenere che questo progetto è utile e non avrà nessun effetto negativo sui paesi di Braccagni e Montepescali. Anzi, con tutto questo traffico, ci sarà da guadagnare per le attività commerciali presenti in zona, peccato che nella documentazione presentata dalla Pilt si legge che sono previsti, all’interno dell’insediamento produttivo, servizi di prima necessità quali ristoranti, bar, banche, asili nido, lavanderie, palestre, ecc.. Chi ci guadagna?

Dall’esposizione può sembrare tutto molto semplice ma non lo è, perchè tutto nasce da voci raccolte in paese, qualcuno si preoccupa, si organizza e da pochi si diventa molti.

Fine seconda puntata

venerdì 6 luglio 2012

Polo Logistico a Braccagni: come è nata la previsione?

Inizia un percorso per ricordare come si è sviluppato nel tempo il progetto del Polo Logistico e come i componenti del Comitato SOS Braccagni NET e tutti i suoi amici si sono adoperati per opporsi a tale scempio.

La prima traccia si riscontra nel Piano Strutturale del Comune di Grosseto, adottato nel 2004 e approvato definitivamente nel 2006, in conformità alla Legge Regionale 5/95 sul Governo del Territorio, il quale prevedeva all’art. 110: “In continuità dell’insediamento produttivo già indicato nel Piano Strutturale di Roccastrada si prevede la realizzazione di un Polo Logistico e/o Agroalimentare. Tale Polo è delimitato dal confine con il Comune di Roccastrada, dal tracciato della nuova Aurelia, dalla S.P. n. 19 per Montemassi e dalla Via del Madonnino”.


Fin qui nulla di particolare, la popolazione ne è a conoscenza e non si registrano proteste di rilevo.

Ma accade un fatto che cambierà il corso di questa previsione, il 14 marzo 2008 la PILT S.p.A. (Polo Intermodale Logistic & Terminal Grosseto) deposita in Comune la proposta per costruire, in continuità con l’abitato di Braccagni, nel triangolo formato da via Malenchini, la ferrovia per Siena e la vecchia Aurelia, un’area industriale con valenza logistica.

L’area industriale si sviluppa su una superficie di terreno agricolo di circa 34 ettari, con elevato rischio idrogeologico ed idraulico, dove insisteranno 200.000 mq (20 ettari) di capannoni, oltre alla linea ferroviaria, piazzali per stoccaggio container e la dogana.


Il 17 giugno 2008, il Comune di Grosseto, con Delibera di Giunta n. 397 “Atto di indirizzo per la promozione della realizzazione di un’area industriale a specializzazione logistica in loc. Braccagni e per l’avvio della valutazione della proposta di Piano complesso di intervento presentato dalla Soc. PILT”, accoglie la proposta PILT promuovendo la realizzazione dell’area industriale.

Con un atto di indirizzo della Giunta, viene cambiato ciò che il Consiglio Comunale aveva approvato nel 2006 a seguito di un percorso partecipato e rispettoso della normativa in materia di governo del territorio.

La delibera è visionabile a questo indirizzo: www.comune.grosseto.it/atticomune/Gscan/20080397.pdf e riporta i nomi di chi l’ha approvata e che, quindi, ha voluto promuovere quest’area industriale, che rischia di danneggiare seriamente la vita di due paesi: Braccagni e Montepescali.

Vediamo chi sono:


Chissà se i presenti a quella convocazione fossero coscienti di cosa andavano ad approvare e di cosa sarebbe successo quando per un caso fortuito due nostri paesani vennero a conoscenza della cosa.

La delibera riporta i nomi di altri attori attivi nella vicenda, ad esempio si legge:


Ricordiamoci questo passaggio ci tornerà utile per le prossime puntate e chi era presente agli incontri della famosa partecipazione per la formazione del Regolamento Urbanistico sa già a cosa mi riferisco.

Non è tutto, il Comune si affida alle affermazioni di un privato sulla fattibilità di un’opera che cambierebbe il volto di un territorio e la vita dei suoi cittadini.


Inoltre, emerge una possibile interferenza con le competenze del Consiglio Comunale, infatti viene affermato:


Già nel titolo la delibera viene proposta quale “atto di indirizzo” ed in questo paragrafo la Giunta esprime la volontà politica del Comune; secondo la legge è il Consiglio comunale l’organo di indirizzo politico del Comune e fra le materie di sua competenza figurano il piano urbanistico comunale e il piano delle opere pubbliche (http://it.wikipedia.org).

Arriviamo al gran finale:


Fine prima puntata.