Mario Cygielman (Archeologo direttore coordinatore Soprint. Archeologica della Toscana) dice NO al

martedì 3 settembre 2013

IN FASE DI RIADOZIONE L'AREA DI TRASFORMAZIONE TRpr_01L (ex PILT)

Nell'approvazione del Regolamento Urbanistico del Comune di Grosseto la scheda dell'area di trasformazione TRpr_01L - P.I.L.T Polo Agroalimentare e Logistico Intermodale, è stata oggetto di modifica e riadozione con il titolo TRpr_01L - Polo Agroalimentare e artigianale. Di seguito le nuove osservazioni:

Apprendendo con favore il parziale accoglimento delle osservazioni presentate in fase di adozione del Regolamento Urbanistico e il consistente ridimensionamento dell’area di trasformazione TRpr_01L, riconducendola a polo agroalimentare e artigianale, in questa fase preme rilevare che il nuovo intervento si colloca, comunque, al margine urbano inedificato di Braccagni, nel quale perdurano usi agricoli, se pure già oggetto di previsione di insediamento produttivo, delimitato dal tracciato ferroviario per Siena, da Via Malenchini e da tessuti consolidati.
Soprattutto, nel cono visivo di Montepescali, centro storico di sommità del X° secolo (con cinta muraria), nonché unico punto panoramico strategico per la Maremma a nord di Grosseto, visivamente interconnesso con la pianura e che, per questo, si è guadagnato nei secoli il nome di “Balcone della Maremma”.
Si ricorda che nel P.I.T. della Regione Toscana, nell’Ambito 35 “Entroterra Grossetano”, sono riconosciuti tra i valori storico-culturali “Gli ambiti connotati dalla presenza di sistemazioni idraulico-agrarie a ciglioni o terrazzamenti alla base delle colline e nelle vicinanze dei centri murati di Montepescali”; mentre tra i valori estetico-percettivi “Il centro antico di Montepescali, detto “Balcone della Maremma”, per l’ampiezza del panorama che vi si può ammirare e che spazia su tutta la costa, l'Arcipelago Toscano arrivando fino alla Corsica”.
Dal “Balcone della Maremma”, per la sua posizione emergente, si aprono molte visuali panoramiche verso il territorio sottostante; e altrettante visuali esistono verso il centro storico.
Inoltre, il P.T.C. della Provincia di Grosseto, all’art. 28 - Centri storici e altri tessuti di pregio – recita:
I centri storici e gli altri tessuti urbani di particolare valore sono considerati risorsa primaria ai fini dell’identità culturale e del benessere attuale e futuro della popolazione provinciale. Pertanto ne devono essere conservati integralmente i caratteri costitutivi di interesse generale.
Tali caratteri sono individuati essenzialmente nella forma e nella qualità percettiva e relazionale dello spazio collettivo. (…) si individuano come soggetti a invarianza:
il principio insediativo e l’interfaccia col paesaggio circostante, con particolare riferimento alle mura ove esistenti, agli assetti ortivi di origine storica e alle infrastrutture ad essi connesse; (…)
In particolare si riconosce oggi ai centri storici la vocazione di assolvere funzioni di supporto sinergico alla fruizione dei beni ambientali, storico-archeologici, culturali, naturalistici e paesaggistici.

L’impatto paesaggistico, seppur di minore entità rispetto alla precedente scheda, risulta determinato dall’altezza e volumetria degli edifici che dovrebbe essere contenuta entro i limiti dell’edificato artigianale esistente, riprendendo le norme dell’area P.I.P., in modo da non modificare lo “skyline” e la percezione da e verso Montepescali.

Si rimarca l’importanza della presenza di rischi geologici e di sprofondamento (sinkholes), riconosciuti anche dal Piano Strutturale all’art. 58 - Pi2.3.6 La pianura insediata di Braccagni, e soprattutto del rischio idraulico per i quali valgono le osservazioni precedentemente depositate per il Regolamento Urbanistico.

In merito al rischio archeologico la scheda in riadozione indica un livello 2: aree prive di indagini archeologiche dirette, pertanto non valutabili. Si rammenta che è ipotizzabile un’alta probabilità della presenza di depositi archeologici, peraltro segnalata in documenti depositati presso il Comune.

Nota dolente della previsione del Polo Agroalimentare è l'assoluta mancanza di una rete viaria adeguata sia allo smaltimento del traffico locale, che di quello che si verrebbe a creare con la costruzione dell’area produttiva. Via Malenchini, a seguito della chiusura del passaggio a livello e la costruzione del cavalcavia a sud dell’abito, è destinata a diventare strada senza sbocco se non all’interno del centro abitato, per cui tutto il traffico indotto dall’area produttiva andrà a congestionare la già critica viabilità di Braccagni. Senza contare cosa potrebbe accadere con la trasformazione in autostrada dell’attuale S.S. 1 Aurelia.

Riguardo alle risorse idriche, oltre che da precedenti studi è lo stesso R.U., che a pag. 96 del documento VAL_01, ammette che: “Riguardo la frazione di Braccagni vi sono attualmente problemi maggiori ed al momento più difficoltosi da risolvere, a causa della scarsa presenza di risorse idriche, soprattutto nell'eventualità di previsioni produttive che necessitano di ingenti quantitativi di acqua per le lavorazioni.”. Quanto citato è in palese contrasto con la previsione di lavorazioni agroalimentari che, notoriamente, necessitano di ingenti quantitativi di acqua.
Altra contraddizione emerge a pag. 108 del documento VAL_01, relativamente alla risorsa idropotabile si dice che: “(…) Potrà sorgere qualche incertezza sulla destinazione degli spazi industriali della Pilt in loc. Braccagni se dovesse cambiare la destinazione di polo logistico.”, la destinazione è già stata cambiata con la previsione del polo agroalimentare.

Nella scheda “TRpr_01L - Polo agroalimentare e artigianale”, tra le “Finalità” viene affermato:
Non sono ammesse nell’area attività di deposito, stoccaggio, lavorazione di rifiuti di qualunque tipologia.” Si chiede di aggiungere “e materiali e/o combustibili derivati dai rifiuti o assimilabili, quali CDR, CSS ecc.
Nella sezione “Dimensionamento e destinazioni d’uso ammesse” non si riscontra quali siano le destinazioni ammesse, per cui non si riscontra alcun vincolo all’agroalimentare o limitazioni ad attività che possono recare pregiudizio al quieto vivere ed alla salute dei cittadini residenti.

La previsione del Polo Agroalimentare non tiene conto di visioni e operazioni che investano “il sistema” territoriale e la filiera di opportunità e di funzioni già individuate, infatti a poca distanza dall’UTOE 10, in Comune di Roccastrada, è presente un’area produttiva agroindustriale di 40 ettari già urbanizzata, ad oggi sottoutilizzata per la funzione prevista.
Non a caso il P.S. di Grosseto, concordemente con il PTC della Provincia, prevede la localizzazione di un Polo logistico, agroalimentare e intermodale in località Madonnino, in continuità dell'insediamento produttivo già indicato nel Piano Strutturale di Roccastrada (art. 110 del P.S.). Tale scelta è stata oggetto di approfonditi studi che hanno portato a modificare l'originaria localizzazione fatta negli anni '70 dal PRG (art. 83/2 PRG).
Peraltro nella zona del Madonnino sono già stati spesi circa 8 milioni di Euro per la messa in sicurezza idraulica, e altri 8 milioni sono stati stanziati, per un totale di 16 milioni di fondi pubblici, investiti per realizzare, tra i vari obiettivi, anche il Polo Logistico e Agroalimentare.
Inoltre, il precedente ampliamento dell’area P.I.P. di Braccagni ha dimostrato nel tempo tutti i suoi limiti, in quanto non ha visto sorgere nessuna nuova attività, per cui dopo anni di inutilizzo andrebbe stralciata la sua previsione e restituiti i campi all’attività agricola, quale è ora.


Per quanto sopra sarebbe opportuno lo stralcio dal R.U. dell’area di trasformazione TRpr_01L, se invece il Comune ritenesse sostenibile tale intervento, questo dovrebbe essere rivisto secondo le indicazioni di cui sopra.
Per il Comitato 
il Presidente
Fabio Bargelli

mercoledì 23 gennaio 2013

YPòKRISIS

Nel continuo misurarsi con la vita, capita di dover giustificare un nostro pensiero od azione, allora può succedere che l’ipocrisia si insinui nel nostro comportamento portandoci ad assumere atteggiamenti compiacenti verso gli altri, o a dire cose che non pensiamo, o a criticare chi vediamo migliore di noi.
Ipocrita: “chi per reo fine d’ingannare altrui, si studia di comparire onesto e religioso, mentre tutti i doveri conculca di onestà e di religione”; da questo deriva ipocritico, colui “che appartiene all’arte del commediante, ed anche dell’oratore”. Infatti ipocrisia deriva dal greco dove indicava la finzione dello spettacolo teatrale.
Occorre distinguere fra ipocrisia e diplomazia, definita quest’ultima “l’arte di trattare pubblici e gravi negozi”, entrambe hanno il fine di guadagnare la fiducia altrui, di convincere ingannando con l’ipocrisia o persuadendo con la diplomazia. La differenza è sostanziale.
Già da bambini impariamo a dire ciò che gli altri si aspettano da noi, evitando possibili effetti “negativi”. Se a scuola descriviamo il nostro compagno di banco, scriviamo che è simpatico, buono, oppure sulla maestra che è brava, perchè il contrario potrebbe essere “pericoloso”.
Per alcune professioni l’ipocrisia sembra un requisito quasi obbligatorio.
La politica è l'arte di governare uno stato, l'amministrazione della cosa pubblica, e politico colui che regola gli affari di uno stato, che si occupa di politica per professione, che sa essere diplomatico, accorto, tatticamente abile. Qui sta la differenza sottile tra l'arte di governare, di occuparsi della cosa pubblica con diplomazia, accortezza e abilità, rispetto all'arte del commediante.
Nonostante una nobile etimologia queste parole, oggi, hanno sicuramente un significato distante, chi, e cosa è un politico? Signore e signori si apre il sipario … senza offesa per il teatro.
Non so perchè, ma da questa riflessione mi viene in mente la storia del polo logistico agroindustriale di Braccagni, dove abbiamo assistito a tutto ed al contrario di tutto. Dove un gruppo di cittadini, organizzati nel Comitato SOS Braccagni.NET, si sono impegnati, hanno portato avanti le loro idee, studiato, parlato, convinto, scritto pagine di osservazioni. Tutto senza clamore, senza gazzarra.
Un giorno apri il giornale e leggi «niente polo logistico a Braccagni. Il consiglio comunale ha parzialmente accolto l’osservazione 477 presentata da R.G., che chiedeva lo stralcio della previsione della Pilt nell’attuale localizzazione, in quanto il progetto “è in contrasto col Pit e il Ptc e con le norme di pianificazione comunale”.».
Nei giorni successivi altro articolo che traccia un primo bilancio dei lavori per la formazione del Regolamento Urbanistico, fra le varie domande rivolte al politico si legge: «La Regione vi ha fatto togliere la Pilt di Braccagni e altre previsioni ... che sarebbero state impattanti ...: l’opposizione dice che il merito è suo. E lei? “Non ho difficoltà a dire che le opposizioni, ... hanno dato un contributo utile. Non mi piace però dire che c’è chi ha perso e chi ha vinto; …. Mi sembra, francamente, che il merito vada ascritto anche alla maggioranza, che non aveva alcun obbligo ad assecondare nulla. In uno strumento complesso come il Ruc certi cambiamenti sono fisiologici, non certo patologici”»
E' decisamente singolare leggere queste parole, dopo quello che abbiamo visto dal 2008 ad oggi e non era nulla di fisiologico, a partire dal piano complesso di intervento, per passare alla variante al PRG, poi alla variante al Piano Strutturale e, ultima spiaggia, la previsione nel RU. Tutti atti che avevano il solo scopo di permettere la realizzazione dell'intervento Pilt. Procedimenti “scovati”, controdedotti e ben descritti sulle pagine del blog del Comitato, riproposti anche sul blog “Braccagni in piazza”.
Quando il Comitato faceva richieste di accesso agli atti di procedimenti portati avanti dalla maggioranza, la stessa che oggi si arroga certi meriti, ma l'opposizione dov'era? Maggioranza e opposizione erano insieme ad ascoltare le relazioni del Comitato nelle assemblee pubbliche indette a Braccagni, erano a leggere le osservazioni scritte da semplici cittadini, che hanno trovato piena rispondenza nelle osservazioni della Regione Toscana, presentate mesi dopo, tant'è che qualcuno ha voluto insinuare che le stesse fossero state scritte dal comitato per la Regione. Ma la legge è la legge e noi siamo figli della legge.
Poi leggi su un social network l’abile riciclarsi di chi promuoveva politicamente il progetto Pilt ed oggi si propone quale paladino del territorio e del paesaggio. Il carro dei vincitori è sempre più affollato.
Alla fine ho fatto la figura dell'ipocrita? Allora ha ragione quel giornalista: parzialmente accolta l’osservazione 477 … saluto, inchino e sipario.
Vi confesso un sottile piacere nel ritrovarmi, ora, davanti a questo specchio per togliere il trucco.
Non ho capito i ruoli, e voi?

venerdì 7 settembre 2012

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: l’adozione del Regolamento Urbanistico


Ripercorrendo le fasi della formazione del Regolamento Urbanistico del Comune di Grosseto, che era stato avviato nel 2007, abbiamo visto che nel 2010 ha superato la cosiddetta Valutazione Integrata,dove sono stati verificati preventivamente gli effetti ambientali, sociali, economici e sulla salute umana delle soluzioni previste, nella quale c’è stato il coinvolgimento informale dei cittadini tramite la loro partecipazione con osservazioni.
A questo punto il progetto di Regolamento Urbanistico è ben definito ed il passaggio successivo è rappresentato dalla sua adozione, in seguito alla quale i cittadini hanno la possibilità di esprimersi in via formale, istituzionalmente riconosciuta, formulando specifiche osservazioni, che potranno essere accolte o motivatamente respinte dal Consiglio Comunale nella successiva e definitiva fase di approvazione del Regolamento Urbanistico.
Quindi stanno per essere definiti gli strumenti urbanistici del comune che, ricordiamo, sono composti principalmente da:
Piano Strutturale che delinea la strategia dello sviluppo territoriale comunale, definendo quali siano gli elementi edilizi, ambientali, infrastrutturali, paesaggistici e funzionali da tutelare, le nuove infrastrutture da realizzare, i nuovi servizi, il dimensionamento sostenibile  della crescita edilizia, ecc.. Tali strategie vengono definite sulla base di quanto descritto nel Quadro Conoscitivo.
Regolamento Urbanistico che costituisce la parte attuativa delle scelte strategiche adottate con il Piano Strutturale, al quale si deve uniformare e non può quindi entrare in conflitto con questo.

Con la Delibera di Consiglio Comunale n. 72 del 28 marzo 2011, in sala consiliare gremita di cittadini di Braccagni e Montepescali, viene adottato il Regolamento Urbanistico con la previsione dell’area di trasformazione “P.I.L.T. – Polo Agroalimentare e Logistico Intermodale”.
La Nazione – La voce dei cittadini Braccagni non vuole la strutura
Il Tirreno – Il Circolo Culturale di Montepescali contesta la scelta di farlo a Braccagni
Corriere di Maremma – Scontro aperto e manifestazione sul Polo logistico
 
estratto scheda L – Braccagni
“Area di trasformazione TRpr_01L – P.I.L.T. Polo Agroalimentare e Logistico Intermodale”
 
Il Comitato SOS Braccagni NET mette a disposizione dei cittadini le osservazioni da inviare al Comune, vi proponiamo un estratto ed al seguente link l’intero documento (osservazioni al R.U.):
Nelle osservazioni depositate in data 08/09/2010 era citato Paolo di Tarso, dalla Prima Lettera ai Corinzi, 13-12: “Videmus nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem” (ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia), paventando che era intenzione del Comune di Grosseto far realizzare un’area industriale a specializzazione logistica attaccata al paese di Braccagni, di fronte a Montepescali, centro storico di sommità del X° secolo (con cinta muraria), nonché unico punto panoramico strategico per la Maremma a nord di Grosseto, visivamente interconnesso con la pianura e che, per questo, si è guadagnato nei secoli il nome di “Balcone della Maremma”.
Con la D.C.C. n. 72 del 28/03/2011 l’oggetto della trasformazione appare chiaro agli occhi di tutti e conferma quanto previsto, ossia la realizzazione di un’area industriale con annesso polo logistico intermodale, con una piccola parte destinata all’industria agro-alimentare.
Ciò che assume caratteri più nitidi e preoccupanti è la dimensione del progetto; questi i dati:
  • superficie complessiva massima costruibile di 180.000 mq, suddivisa in un Polo Intermodale Logistico pari a mq 140.000 e un Polo Agroalimentare pari a mq. 40.000;
  • superficie territoriale occupata mq. 334.424;
  • altezza massima dei fabbricati m. 13 (è ammessa un’altezza maggiore per attrezzature ed impianti).
Vengono poi descritti ed approfonditi i motivi per cui se ne contesta la previsione chiedendone lo stralcio, invitando il Comune ad agire in Autotutela:
  1. La Previsione contrasta con i principi del P.I.T. Regionale, del P.T.C. Provinciale e con le norme di pianificazione urbanistica;
  2. Impatto paesaggistico;
  3. Rischi geologici e di sprofondamento (sinkholes);
  4. Rischi idraulici;
  5. Presenza di reperti archeologici;
  6. Carenza di infrastrutture stradali;
  7. Carenza di risorse idriche;
  8. Classificazione acustica;
  9. Dogana, diminuzione dei diritti e aumento dei disagi per i cittadini residenti;
  10. Danno economico ai cittadini;
  11. Vizi della fase partecipativa alla formazione del R.U..
A distanza di un anno e mezzo, la IV Commissione Consiliare sta lavorando sulle osservazioni presentate da cittadini, associazioni ed Enti, alle quali dovrà rispondere, motivando l’eventuale non accoglimento. Fra queste, rivestono rilevante importanza le osservazioni presentate da Regione e Provincia.
Il Tirreno – La Regione bacchetta il Comune. Polo logistico di Braccagni «incompatibile»
 
Nel mese di luglio, a lavori della IV Commissione avviati, sulla stampa locale è apparsa la notizia della concellazione del polo logistico a Braccagni
La Nazione – Cancellato il Polo logistico di Braccagni
Il Tirreno – Relazione sulle osservazioni «Alcune sono inquietanti»  
 
Moderata soddisfazione da parte del Comitato SOS Braccagni NET, come si legge in questa intervista: «Polo logistico cancellato? Siamo in attesa, non ci fidiamo»

martedì 7 agosto 2012

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: inizia l’iter per la formazione del Regolamento Urbanistico

Nei precedenti articoli, abbiamo visto come siano stati intentati vari procedimenti amministrativi per arrivare ad autorizzare la costruzione di un’area industriale con valenza logistica attaccata all’abitato di Braccagni.

Sebbene il Comune di Grosseto con Delibera di Giunta Comunale n. 300 del 2007 abbia dato avvio alla fase di formazione del Regolamento Urbanistico, per il progetto Pilt viene scelta la strada della Variante al vecchio Piano Regolatore. Procedimento che, nonostante le osservazioni non favorevoli degli Enti competenti, rimane aperto, tant’è che a novembre 2010 la IV Commissione Consiliare lavora sulla Variante facendo sopralluogo a Braccagni e chiamando in audizione i proponenti l’intervento Pilt. In seguito, a gennaio 2011, due mesi prima dell’adozione del Regolamento Urbanistico, la Pilt deposita un documento (Report) utile a far riprendere il procedimento di Variante che, comunque, rimane fermo in quanto il Comune ha recepito il progetto, tale e quale, all’interno del R.U..

Il primo atto, prima dell’adozione del R.U., è  l’avvio, con D.G.C. n 426 del 3/08/2010, del procedimento di Valutazione Integrata (VI) e di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Regolamento Urbanistico e della Variante al Piano di Classificazione Acustica Comunale, del quale viene dato avviso in data 9 agosto 2010, dando la possibilità a chiunque, entro il termine di 30gg dalla pubblicazione dello stesso, di richiedere al Sindaco l’inserimento agli atti dei procedimenti  di propri contributi e/o osservazioni.

Ecco che si presenta la prima vera occasione, per il Comitato SOS Braccagni NET, di poter partecipare e tentare di incidere sul procedimento con le proprie osservazioni. Le osservazioni scritte dai componenti il Comitato vengono condivise e firmate da un sostanzioso numero di cittadini e recapitate al Sindaco.

Proponiamo l’intero documento (OSSERVAZIONI) e di seguito le sole conclusioni:

 CONCLUSIONI

L’intervento proposto dalla Soc. PILT risulta in contrasto con quanto sopra esposto, facente parte sia degli strumenti di pianificazione di cui si è dotato Codesto Comune (ed ai quali si deve attenere), sia con i principi del PTC sopra esposti, ai quali Codesto Comune si deve attenere nella formazione degli strumenti di pianificazione.

Inoltre, l’intervento, se perseguito con le caratteristiche della variante al PRG di cui alla D.G.C. 359/2009 (previsione di un Polo logistico intermodale nell’area a nord del centro abitato di Braccagni), connesso al tessuto urbano della frazione, che si è nel tempo consolidato, con le relative aree artigianali interconnesse e ben integrate, ormai, con l’edilizia residenziale presente e la conseguente viabilità, potrebbe determinare una alterazione degli assetti urbanistici ed insediativi complessivi della frazione, snaturandone le caratteristiche e le identità territoriali.

Pertanto, si ritiene che le indicazioni formulate dal P.S. siano mantenute e perseguite nella loro formulazione originaria, allontanando dal contesto urbano il Polo logistico, viste anche le sue connotazioni strutturali, impiantistiche e infrastrutturali di collegamento, di carattere quantomeno sovracomunale; confermando e dando attuazione, nell’adozione del Regolamento Urbanistico, alle attuali previsioni del Piano Strutturale approvato. 

Altro aspetto da mettere in evidenza, e che da’ forza a quanto sopra esposto, è la Sentenza del Consiglio di Stato n. 01952/2010 REG.DEC., sul ricorso proposto dalla Rete Ferroviaria Italiana S.p.a., contro la Provincia di Grosseto, per la riforma della sentenza del TAR TOSCANA – FIRENZE: Sezione III, n. 06190/2003, concernente la soppressione dei passaggi a livello in loc. Braccagni.
Nella sentenza si legge: “il cavalcaferrovia, proprio per le sue dimensioni e le sue caratteristiche di <sovrastruttura>, non presenta connotazioni idonee circa il rispetto dei caratteri insediativi e rurali del contesto territoriale di riferimento, ponendosi come elemento di criticità”.
Si afferma inoltre che “la sua ubicazione in prossimità dell’ abitato dequalifica il contesto insediativo generale, con particolari effetti negativi nei confronti della popolazione insediata e da insediare (impatto visivo e percettivo, deprezzamento fondiario e immobiliare)” Con riguardo al contesto paesaggistico si sottolinea il “vulnus” … con connotazioni di territorio rurale di pianura bonificata, uniforme e con configurazione di vasta continuità, per il quale la crescita insediativa e infrastrutturale secondo il P.T.C. non deve comprometterne i caratteri”, nonché alla “visuale da e verso l’insediamento di Montepescali … quale centro storico di sommità, con cinta muraria, in posizione dominate sulla piana … visivamente interconnesso con l’ abitato di Braccagni”.
Se questo vale per un modesto cavalcaferrovia che, oltretutto, rappresenta un intervento di interesse pubblico, figuriamoci cosa può significare per un intervento privato, delle dimensioni decisamente più impattanti, quale quello richiesto dalla Soc. PILT.

Per quanto sopra espresso si invita l’Amministrazione Comunale, anche in via di AUTOTUTELA, a non prevedere nel Regolamento Urbanistico l’intervento proposto dalla Soc. PILT ed a non adottare la Variante Urbanistica richiesta dalla stessa Società, la cui fattibilità, peraltro, è da valutare ai sensi dell’ex art. 39 della L.R. 5/95, rimasto in vigore ai sensi dell’art. 200 della L.R. 1/2005.

venerdì 27 luglio 2012

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: la variante al Piano Strutturale per adeguamento al quadro normativo


Nella terza puntata abbiamo visto che, con Delibera di Giunta n. 359 del 30 giugno 2009, il Comune da avvio al procedimento di Variante al PRG per la previsione di un polo logistico intermodale nell’area a nord del centro abitato di Braccagni. Osservando come gli Enti chiamati ad esprimere un parere al Comune, abbiano espresso dubbi e si siano espressi in modo non favorevole.
Lo stesso Comune di Grosseto, nel parere dell’Ufficio Ambiente, condivide le perplessità e le critiche dell’autorità di Bacino Regionale Ombrone (vedi terza puntata), affermando:
Nella stesa Giunta, del 30 giugno 2009, viene approvata un’altra Delibera, la n. 358, che ha per oggetto l’avvio di un procedimento di variante al Piano Strutturale, per un’operazione di manutenzione ed adeguamento al mutato quadro normativo regionale di riferimento, in vista della redazione del primo Regolamento Urbanistico. La cosa può sembrare ininfluente riguardo al nostro interesse ma non è così.
Anche in questo caso vengono formulate osservazioni da pare degli Enti interessati, così si esprime la Regione Toscana:
La Regione comprende che la Variante introduce modifiche parziali al PS che di per se sono inattuali e anche non sostenibili riguardo alla coerenza che il PS dovrebbe avere con gli strumenti preordinati ma, soprattutto, sono insufficienti e non opportune poiché nello stesso periodo il Comune sta adottando il RU che inevitabilmente dovrà poi rapportarsi, rispettandolo, con il PS così adeguato. Prosegue la Regione:
La Regione interviene nel procedimento di variante al PS, fatta per permettere la localizzazione del Polo Logistico e Agroalimentare (già previsto dal PS al Madonnino) sotto il Baluardo di Montepescali e attaccato al paese di Braccagni, mettendo il guardia il Comune al rispetto delle norme di riferimento.
Il Comune non tiene conto dei suggerimenti della Regione e con D.C.C. n. 20 del 27/01/2011 adotta la “Variante al Piano Strutturale per adeguamento al quadro normativo regionale – Adozione ai sensi dell’art. 17 L.R.T. 1/2005 e s.m.i.”.
La variante viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione il 23 febbraio, proprio il giorno seguente ad un incontro pubblico con i cittadini di Braccagni, organizzato dal Comitato SOS Braccagni NET, dove il Sindaco aveva dato certe rassicurazioni, senza riferire che avevano adottatola variante normativa https://www.youtube.com/watch?v=O6CJ2HpGvzY&feature=related
Dalla pubblicazione i cittadini hanno 45 giorni per fare le loro osservazioni. La cosa rischia di passare inosservata ma qualcuno se ne accorge e così tre cittadini (Patrizio Galeotti, Robi Giannini e Maurilio Boni) firmano le osservazioni alla variante che saranno recapitate in tempo utile. Osservazioni Variante PS
Non è dello stesso avviso il Comune che le liquida come tardive, non prendendole in considerazione. Si va all’approvazione della Variante e nella seduta del Consiglio Comunale del 20 settembre 2011 avviene il colpo di scena. I tre cittadini, con senso di responsabilità, fanno sapere all’Amministrazione, tramite il Consigliere Gori, che l’osservazione è regolare in quanto presentata in tempo utile. Se il Comune avesse approvato la variante avrebbero avuto la possibilità di farla annullare dal Tribunale Amministrativo, con tutte le conseguenze del caso compreso il blocco del Regolamento Urbanistico, ma con grande senso di responsabilità hanno messo in guardia il Comune permettendogli di riparare all’errore procedurale che avrebbe avuto serie ripercussioni sostanziali sull’intera economia comunale, sempre più con l’acqua alla gola, per i ritardi nell’approvazione del R.U..
Si va avanti e Con D.C.C. n. 114, del 03/10/2011, viene approvata la variante. Durante la discussione delle controdeduzioni l’osservazione dei cittadini di Braccagni, la n. 7, non viene accolta, con la seguente votazione:
La Delibera, nel suo complesso, viene approvata:
Vale la pena precisare che questa variante è quella che ha permesso al comune di rilocalizzare tutte le previsioni che il Piano Strutturale aveva già indicato e specificato in modo esatto, le zone interessate sono molte, da Batignano al polo logistico del Madonnino che adesso potrà, secondo le intenzioni del Comune che tendono ad assecondare le richieste del privato PILT, collocarlo a ridosso del paese di Braccagni e sotto il Baluardo di Montepescali, in violazione delle norme regionali e provinciali.
La variante si inserisce nel processo di formazione del R.U. che poggia per aspetti fondamentali proprio sulla sua approvazione, ma come detto nelle osservazioni depositate dai tre cittadini e componenti del Comitato SOS Braccagni NET, questa viola le disposizioni della Legge regionale 1/2005, così come anche una circolare interpretativa della regione chiaramente indica (leggi il testo della circolare regionale)
Fine quinta puntata

domenica 22 luglio 2012

Polo Logistico Agroalimentare a Braccagni: dalla voce di un cittadino ad un coro di protesta


Era il luglio 2009 quando Patrizio Galeotti si accorge, da una news del Comune, di una variante che “si propone di modificare la localizzazione del polo intermodale, già previsto nel piano regolatore a ovest della ferrovia, portandolo dal lato opposto del tracciato ferroviario. Uno spostamento necessario non solo per motivi tecnici, ma anche per consentire l’inserimento nel progetto di una serie di obiettivi di sostenibilità ambientale.”
In agosto si presenta in comune a prendere una prima parte delle copie del progetto che, successivamente, fa leggere a Maurilio Boni e a Nello Lolini, quest’ultimo si affianca a Patrizio e ritornano insieme in comune per due volte. Così ebbe inizio la raccolta dei documenti.
Trovatisi di fronte ad almeno tre grossi faldoni, si fecero fare fotocopie di ciò che pareva interessante, riservandosi di tornare a fotocopiare il resto una volta letta la prima documentazione. Fortunatamente erano riusciti ad ottenere quanto bastava per capire che non c’era solo lo spostamento dello scalo merci, come lasciava intendere la news del Comune, ma un progetto ben più grande e impattante. Così in paese, fra l’incredulità di alcuni, si inizia parlare di questa cosa e si organizzano le prime riunioni fra cittadini.
Si giunge al 2010 e Patrizio Galeotti non ci sta, decide di muoversi e fare qualcosa per smuovere le coscienze ed aver quell’informazione sul progetto che fino ad allora era mancata. Nasce così il gruppo Facebook “No al polo logistico di Braccagni” che ad oggi conta 483 membri. La cosa riscuote eco sulla stampa e ciò che prima era poco conosciuto dai comuni cittadini emerge dalle pagine dei giornali.
In un’intervista al Tirreno, del 6 giugno 2010, Galeotti riferisce: «Da cittadino di Braccagni la cosa di cui ho sentito più bisogno è l’informazione sul progetto, che è mancata. Siamo pacifici e figli della legge, chi ci rappresenta come espressione di un paese in rivolta o in protesta sbaglia. Gli iscritti hanno con Braccagni, Montepescali e le loro campagne un rapporto di amore e rispetto per la loro bellezza e sentono il bisogno di capire meglio quello che accadrà. Abbiamo fatto questo perché crediamo nella gente e nella capacità che ha di scegliere ciò che è meglio per se stessa, per la Maremma e per chi verrà dopo di noi ma per farlo dobbiamo sapere e conoscere». Prosegue «La viabilità a Braccagni non è mai stata un problema come da quando hanno introdotto i sensi unici. Il polo porterà ancora maggior traffico … Quando l’attuale statale Aurelia diventerà autostrada a pagamento anche tutto il traffico locale attraverserà il paese aggiungendo pericolo al disagio. Molte delle persone che conosco temono che Braccagni venga usata per costruire una cattedrale nel deserto, deturpante per la natura e la quiete del paese. Questa opera, realizzata senza soluzione di continuità con l’abitato, rischia di diventare un disastro ambientale …».
Inoltre Il Soprintendente per i Beni Archeologici, Mario Cygielman, alla luce delle scoperte nello scavo di San Martino in Piano, esclude che sia pensabile un polo logistico in quell’area, dato che in un terreno adiacente e già vincolato, è stata rinvenuta una stratificazione che va dal IV secolo avanti Cristo all’XI secolo dopo Cristo (le dichiarazioni del Soprintendente Mario Cygielman  https://www.youtube.com/watch?v=S-rMFcdL2rk&feature=player_embedded).
Lo scavo è stato oggetto di una mostra organizzata a Braccagni, nella sala convegni della Banca della Maremma, dal Gruppo Tradizioni Popolari “Galli Silvestro” e dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana in collaborazione con il corso di laurea in Conservazione e gestione dei beni archeologici dell’Università di Siena e con il Museo Archeologico di Grosseto.
Dalla stampa emergono anche particolari che riguardano la Società PILT, presieduta da Aristide Giannetti, che ha tra i soci la Camera di Commercio e imprese come il Gruppo Giannetti, il Gruppo Solmar (NuovaSolmine), la Vemar, il Cograe, Studioambiente e Agrideco.
Agrideco? Sarà mica quell’azienda tristemente famosa per la morte di un operaio rumeno, Doru Martin, avvenuta per l’esplosione di una bomboletta spray il 26 giugno 2008, le cui indagini sono poi sfociate in una maxinchiesta di rilevanza nazionale, dal nome “Golden Rubbish”, per traffico illecito di rifiuti speciali.
In un articolo apparso su Il Tirreno del 28 giugno 2008 si legge “Pieno sostegno da parte dell’Associazione Industriali Grosseto ad Agrideco e solidarietà per le famiglie delle persone rimaste vittime dell’incidente. «Si tratta di situazioni che nessuna azienda vorrebbe mai dover fronteggiare – osserva Aristide Giannetti, presidente di Confindustria Grosseto – ma che, purtroppo, possono accadere. Eventi tragici che colpiscono tutti coloro i quali nell’azienda operano, l’imprenditore come i dipendenti. Agrideco è un’impresa che ha sempre dimostrato il massimo impegno nella gestione dell’attività. …. Da parte nostra, massimo sostegno a Stefano Rosi, Luca Tronconi e Paola Pozzoni». «Sono molto rammaricato di fronte a questo evento, davvero sfortunato, che ha colpito Agrideco e il suo personale – aggiunge il consigliere Sergio Francioli, Vemar Srl -. Un’azienda di qualità, con una storia importante, che si è sempre mossa col massimo rigore». «I rapporti di lavoro che abbiamo avuto con Agrideco – dice il consigliere Ottorino Lolini, Nuova Solmine SpA – sono stati sempre gestiti con professionalità elevatissima. Da parte nostra piena stima verso un’azienda che sappiamo essere responsabile, attenta e corretta».
 La vicenda ha avuto sviluppi importanti, come emerge dalla stampa:
E’ del giugno scorso la notizia del patteggiamento della pena da parte dei vertici dell’Agrideco, un anno e quattro mesi di reclusione ed una sanzione di 40.000 Euro, per l’incendio in cui perse la vita l’operaio Doru Martin. Questo a conclusione di un’inchiesta durata quattro anni e sviluppatasi in diversi filoni che hanno coinvolto diverse procure, portando ad ipotizzare anche l’associazione a delinquere, accusa che sarà trattata il prossimo 10 gennaio.
Circa un anno dopo l’incidente che causò la morte dell’operaio, con i vertici di Agrideco indagati, la PILT fa entrare nel Consiglio di Amministrazione il Presidente di Agrideco. CdA che sarà poi destinato a cambiare nel tempo, fino alle ultime vicende che abbiamo letto sui giornali:
Torniamo a noi, ai cittadini. L’eco dato dalla stampa alimenta una forte polemica politica e feroci attacchi a chi ha semplicemente chiesto trasparenza e manifestato un pacato dissenso.
Un’anima sensibile si leva contro lo scempio del progetto PILT, a supporto delle tesi di Patrizio Galeotti e degli amici di Braccagni, è la voce di un professionista impegnato, l’Architetto Roberto Aureli:
La conseguenza è che persone che prima si conoscevano solo di vista ed altri con legami più profondi, si ritrovano con un interrogativo comune: Che sta succedendo?
A Patrizio Galeotti, al quale già si era affiancato Nello Lolini, si affiancano anche Maurilio Boni, Edo Galli, Alberto Bastiani, Luca Barbacci, Roberto Spadi, Vladimiro Capecchi, Robi Giannini, Fabio Bargelli, solo per citare quelli che poi daranno vita al Comitato SOS Braccagni NET. Ecco che dalla voce di un cittadino nasce un coro.
Questo, solo per ricordare a chi oggi si sta “riciclando” come paladino contrario al polo logistico che se non fosse stato per queste persone oggi, probabilmente, il polo logistico sarebbe già in fase di cantieree i finanziamenti pubblici, forse, sarebbero stati versati per la realizzazione di una struttura che, solo oggi, viene riconosciuta non rispettosa delle leggi e delle norme regionali e provinciali sovraordinate. Riguardo ai tanto sbandierati posti di lavoro sarebbero stati solo una lontana chimera, utilizzata come ‘carota’ per ammorbidire le proteste dei cittadini.
Questa breve ricostruzione non esaurisce certo l’argomento, perchè c’è stato molto, molto altro e ci scusiamo se, in questa sede, non abbiamo riportato tutto e citato tutti … ma il racconto continua.

martedì 17 luglio 2012

Cancellato il Polo logistico di Braccagni?

La notizia è di quelle che in paese fa rumore, sulla Nazione di questa mattina appare un articolo che titola "Cancellato il Polo logistico di Braccagni". L'esame, da parte della IV Commissione Consiliare, delle osservazioni di Regione e Comune offre un clamoroso colpo di scena, ecco che dalla relazione del dirigente dell’ufficio Urbanistica, Marco De Bianchi, emerge che viene cancellato il polo logistico di Braccagni, per intendersi il progetto PILT.
Preme ricordare che le osservazioni prodotto dal Comitato SOS Braccagni NET sono antecedenti a quelle di Regione e Provincia e giungono alle stesse conclusioni, perchè fondate sulla legge.
Dopo anni di tribolazioni passati a far capire le nostre ragioni, finalmente, possiamo gioire per una vittoria che viene dai cittadini, dalla loro voglia di capire, di farsi rispettare e di far rispettare la legge e le norme che regolano il governo del territorio.
Viviamo il territorio e vogliamo essere partecipi (a dispetto di quanto affermato da Monti) delle scelte operate dalla Pubblica Amministrazione e, se del caso, dissentire come per il progetto PILT.
Ci sorge un unico dubbio e riguarda la previsione di un insediamento industriale, sempre nella zona nord di Braccagni, di 20.000 metri quadrati da destinare al settore agroalimentare. L'augurio è che l'area individuata per questo insediamento non sia la stessa dove doveva sorgere il polo logistico perchè altrimenti le problematiche rimarrebbero le stesse: realizzazione di un'area industriale attaccata ad un paese, oltre a rischio idraulico, idrogeologico, archeologico, impatto sulla viabilità, ecc., ed al dubbio che un domani possa ripresentarsi lo spettro della logistica ferro/gomma.
In tal caso saremo costretti a rivolgerci alla giustizia amministrativa, con il rischio di bloccare il Regolamento Urbanistico, cosa che più volte abbiamo detto di non voler fare ma se costretti faremo.
Se invece il Comune di Grosseto, seguendo le indicazioni del P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento) della Provincia, che individua uno dei Grandi Ambiti Industriali Artigianali (GAIA) nella zona Roccastrada/Grosseto (Madonnino), intende collocare l'agroalimentare in quella zona, allora non avremo altro da fare che un plauso a scelte coerenti con la pianificazione sovraordinata, che vengono da scelte politiche condivise da anni, che vanno verso una razionalizzazione del territorio e lo sviluppo di quelle che il PTC definisce "Cittadelle del Lavoro".
L'augurio è che il nostro lavoro possa finire qui, intanto seguiremo da vicino i lavori della IV Commissione e aggiusteremo il ricorso già scritto alle nuove esigenze, la normativa è sempre quella, cambia solo l'oggetto.