Mario Cygielman (Archeologo direttore coordinatore Soprint. Archeologica della Toscana) dice NO al

martedì 12 giugno 2012

Tutti pronti a salire sul carro dei vincitori?


I segnali sembrano inequivocabili, è già da un po' che si susseguono dichiarazioni, alcune apparse anche sulla stampa, dove si afferma che il polo logistico non “s'ha da fare”. La speranza, ma ci giurerei poco, è che non inizi a muoversi quel popolo di opportunisti che baldanzosi tentano di salire sul carro dei vincitori. Chi merita questo onore?
Chi ha portato avanti con coraggio e competenza le motivazioni della illegittimità di quel progetto?
Chi si è mosso alla ricerca di documenti, peraltro poi ostacolata, per dimostrare alla popolazione di Braccagni e della Maremma, ciò che veniva ordito a danno del patrimonio paesaggistico, storico-archeologico e della salute e sicurezza dei cittadini?
Chi ha scritto pagine e pagine di osservazioni per dimostrare che il progetto del polo logistico è illegittimo e che la sua previsione non rispetta i piani e le norme urbanistiche?
Chi ha passato notti insonni a studiare documenti, piani e leggi, sottraendo tempo e risorse alla propria famiglia?
Vi dico chi: il sottoscritto e i componenti del Comitato SOS Braccagni NET, prima come gruppo spontaneo poi organizzati nel Comitato del quale oggi sono Presidente, subentrato, dopo il brillante lavoro svolto, a Marco Barbacci.
Non temo smentite: abbiamo organizzato tre assemblee pubbliche partecipate dalla popolazione e dagli esponenti politici, le cui dichiarazioni sono registrate e alcune pubblicate su internet, abbiamo scritto osservazioni a tutti i procedimenti amministrativi intentati per la sua realizzazione, abbiamo fatto volantinaggio, parlato con la gente, siamo stati offesi, ostacolati e, parlo a titolo personale, attaccati direttamente.
Abbiamo messo le nostre competenze al servizio dei cittadini e delle istituzioni per la legalità e lo abbiamo fatto da subito, appena capito cosa stava succedendo. Eravamo a metà 2009.
Siamo stati accusati, ed è sulla stampa, di aver scritto le osservazioni per la Regione, perchè molto simili alle nostre, scritte in precedenza. Somiglianza dovuta al fatto che entrambe nascono dalla “legge”, scritta a tutela dei cittadini e del territorio, di fronte alla quale dovremmo essere tutti uguali.
È stato tentato di bollarci come ambientalisti estremisti o cittadini impauriti, colpiti dalla sindrome del nimby (non nel mio giardino). Noi non siamo stati nulla di tutto ciò, siamo stati cittadini responsabili, abbiamo parlato nelle giuste sedi e con i giusti modi. Non siamo stati chiassosi o beceroni.
Siamo stati propositivi a tutela dei cittadini e delle medie e piccole imprese che rappresentano l’ossatura di questo territorio. Non vi fate ingannare, non abbiamo negato nulla, ci siamo semplicemente opposti ad una speculazione che avrebbe avuto effetti devastanti proprio sulle piccole e medie aziende maremmane. Abbiamo proposto, come dallo studio di Invitalia, un piccolo polo a misura di Maremma, da collocare al Madonnino nell’area definita, dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, la “Cittadella del lavoro”.
Ci sentiamo di aver fatto Politica (con la P maiuscola), quella politica che oggi tanto viene invocata e che deve essere di esempio, da contrapporre al crescente sentimento di antipolitica che agita il paese. Abbiamo fatto una politica seria e pulita, nell’interesse di tutti i cittadini.
Questo va riconosciuto al Comitato, a quel gruppo di amici che ha affrontato tenacemente questa battaglia, perché sapevano di essere nel giusto. Questo mi rende orgoglioso di averli rappresentati come Presidente e mi fa sentire libero, perché consapevole di aver partecipato a qualcosa di importante per la vita di una comunità della quale sono orgoglioso di far parte.
Fabio Bargelli

giovedì 7 giugno 2012

La Strega del Padule ha fatto il lifting?

La leggenda ci offre nuove storie, l’ignaro viandante ha incrociato lo sguardo con quello della Strega del Padule. Questa volta il malcapitato corrisponde ai Consiglieri Regionali che hanno votato la Legge n. 21, del 21 maggio 2012, di modifica agli artt. 141 e 142 della Legge Regionale 66/2011 (legge finanziaria).
La nuova normativa consente alcune tipologie di intervento a condizione che siano preventivamente realizzate le opere di messa in sicurezza idraulica e sia dimostrato che non aumenta il rischio nelle aree circostanti.

Fra le opere consentite troviamo:
  • ampliamento di opere pubbliche;
  • impianti e opere accessorie (compresa la modifica e l'ampliamento dell'esistente) per la depurazione degli scarichi idrici, per lo stoccaggio, il trattamento, lo smaltimento e il recupero di rifiuti;
  • impianti per la produzione di energia da FER;
  • nuovi edifici rurali, ampliamento o modifica dell'esistente;
  • addizioni volumetriche ad edifici esistenti non assimilate alla ristrutturazione edilizia;
  • demolizione e ricostruzione di volumi esistenti;
  • tutte le opere e gli interventi sottoposti a SCIA, compresi gli interventi specificamente disciplinati dal RU, da piani attuativi, laddove tali strumenti contengano precise disposizioni planivolumentriche, tipologiche, formali e costruttive (caso piuttosto difficile ma non impossibile).

Le opere di messa in sicurezza, comprensive di quelle necessarie per non aggravare la pericolosità idraulica al contorno, sono definite in uno specifico progetto allegato alla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), oppure presentato e valutato nel procedimento di rilascio del permesso a costruire. La realizzazione di tali opere costituisce presupposto per la regolarità degli interventi.
Il progettista assevera le opere, quindi è il diretto responsabile.

Il progetto delle opere di messa in sicurezza idraulica deve essere depositato presso l'Autorità di Bacino (struttura regionale competente), prima di avviare i lavori per la realizzazione dell’intervento edilizio. In seguito, il direttore dei lavori certifica la regolare esecuzione delle opere di messa in sicurezza idraulica e trasmette il relativo atto al comune e alla struttura regionale competente che opera controlli a campione nell'ordine del 20%.

La mancata esecuzione delle opere di messa in sicurezza idraulica prima dell’avvio dei lavori di realizzazione dell’intervento edilizio comporta l’applicazione delle sanzioni previste per le opere realizzate senza permesso a costruire o in assenza di SCIA.

La mancata trasmissione del certificato di regolare esecuzione delle opere di messa in sicurezza idraulica, da parte del direttore dei lavori, comporta la sanzione di 258,00 Euro.

Sembra che la norma consenta in primo luogo di superare problematiche relative a progetti di opere pubbliche e di trattamento rifiuti (pare che un inceneritore fosse bloccato dall'ex art. 142), interventi dove è sicuramente più facile trovare soldi per finanziare le opere di difesa idraulica e qui viene meno il proposito della legge finanziaria, ossia il risparmio di denaro pubblico.

Vengono concessi interventi in area agricola, sicuramente meglio di prima quando tutto era vietato, ma quanto possono costare le opere di difesa idraulica, di un vasto territorio, ad una piccola o media azienda? Come potrà garantire la sicurezza del territorio intorno? Credo che il piccolo agricoltore non farà nulla!

Invece, cosa può fare un ipotetico speculatore? Progettata la sua opera (inceneritore? Polo industriale?), si rivolge ad un anziano ingegnere (almeno di 75 anni) e si fa progettare (lautamente pagato) le opere di difesa idraulica che da computo metrico ammonteranno, per esempio, a 20 milioni di Euro, dimostrando che non ci sono rischi per il territorio intorno e quindi anche per la popolazione. Tanto sa già che di tutto questo non sarà realizzato nulla, perchè depositerà il progetto alla struttura regionale confidando di non cadere in quel 20% soggetto a controllo, intanto il Comune gli rilascia il permesso a costruire perchè non è titolato al controllo del progetto idraulico. A questo punto il direttore dei lavori non deposita il certificato di regolare esecuzione delle opere di messa in sicurezza, tanto se la cava con una multa di 258,00 €, così viene realizzata l'opera, quando chi di dovere si accorgerà che le opere di difesa idraulica non sono state realizzate sarà troppo tardi e l'opera sarà in piedi. Il Comune avvierà tutte le procedure per sanzionare chi ha costruito, ma intanto l'opera è lì e procurerà sicuramente guai alla popolazione ed al territorio. Sicuramente arriverà in fondo al procedimento, dopo decenni, cavandosela con una multa e avendo sanata la sua opera, risparmiando così la quasi totalità di quei 20 milioni di Euro che avrebbe dovuto investire in difesa del territorio e dei cittadini.
Tutto, naturalmente, graverà sulle nostre tasche e sulla nostra salute, alla faccia della bontà dell’art. 142 della legge finanziaria regionale del 2011.

Abbiamo un po' romanzato ma non ci giurerei troppo, di sicuro è stato ... un buon lifting.