Mario Cygielman (Archeologo direttore coordinatore Soprint. Archeologica della Toscana) dice NO al

mercoledì 8 febbraio 2012

Siamo tutti sulla stessa barca

A seguito delle recenti notizie apparse sulla stampa, il Comitato tiene a precisare la sua posizione nei confronti del polo logistico, con senso di responsabilità, disponibilità al dialogo e spirito costruttivo, per evitare, un domani, di essere accusato di aver bloccato il Regolamento Urbanistico con un ricorso legittimo. 
“Siamo sulla stessa barca”, parole decisamente appropriate (visti certi eventi) quelle rivolte dal sindaco Bonifazi ai rappresentanti degli Ordini Professionali di geometri, architetti, ingegneri, geologi, agronomi e periti agrari che puntano il dito contro l’articolo 142 della legge finanziaria della Regione Toscana, emanato a seguito delle alluvioni nello spezzino e in Lunigiana. Peccato che le posizioni siano diverse, per il Sindaco rappresenta la scialuppa di salvataggio per fare marcia indietro su previsioni palesemente sproporzionate e illegittime, mentre vanno a fondo le piccole e medie aziende agricole, per le quali sarà difficile realizzare nuove volumetrie e persino recinzioni e mura di cinta. 
Siamo d’accordo con gli Ordini Professionali, occorre tutelare le piccole aziende consentendo quegli interventi funzionali e non certo dannosi per l’incolumità del territorio ma, allo stesso tempo, occorre mantenere la massima attenzione nei confronti di quegli interventi giganteschi che quando “naufragano” si trasformano in tragedie. Tenendo ben presente che un polo agroalimentare dimensionato per le esigenze del territorio provinciale, posizionato al Madonnino dove l’art. 142 non vieta di farlo, occuperebbe 2-3 ettari e non certo 33, come previsto nel R.U.. 
Fin troppo semplice il parallelo con la tragedia della Costa Concordia ma da altra tragedia si parte, quella delle alluvioni dello scorso ottobre in Lunigiana e nello Spezzino. 
Ormai siamo vaccinati, in questa Italia fantasiosa dove il capitano abbandona la nave, dove ci si stupisce e si inorridisce se la Guardia di Finanza fa il suo lavoro, dove si attendono le disgrazie per decidere che nelle aree ad alta pericolosità idraulica non si deve costruire. Noi vogliamo liberarci da questa stereotipo che produce un modello di “italiano” che non ci appartiene. Sono anni che il Comitato SOS Braccagni NET sta mettendo in guardia il Comune sugli effetti negativi e la illegittimità di una previsione come quella del polo logistico previsto attaccato al paese di Braccagni. Le nostre convinzioni sono sorrette da pilastri che poggiano nella legge e non c’era certo bisogno dell’art. 142 per dimostrare che la previsione del polo logistico attaccato a Braccagni è inadeguata, sproporzionata e illegittima e che mette a rischio un’intera comunità. 
Ci preme sottolineare che, in UTOE come quella di Braccagni, gli interventi edilizi di piccola entità sono già stati fortemente limitati nel R.U. adottato, in quanto i metri cubi disponibili sono stati dirottati solo su certi tipi di intervento, quindi i cittadini potranno realizzare poco o nulla e non si può certo dare la colpa all'articolo 142, come sostengono adesso i nostri politici. 
Dice Bonifazi che abbiamo un reticolo idraulico impressionante, ma è tutto controllato, allora perché, puntualmente, ogni anno ai primi di novembre lancia l’allarme sulla pericolosità dell’Ombrone, arrivando a sostenere che siamo messi peggio che nel 1966? 
I terreni a ridosso di Braccagni, dove il Regolamento Urbanistico individua il polo logistico, hanno subito nel corso degli anni frequenti esondazioni, ancora fresca nella memoria l’alluvione del 2004, quindi meritano attenzione al pari dell’Ombrone. 
Per mettere in sicurezza questi terreni occorrono opere idrauliche imponenti, dal costo di decine di milioni di euro, cosa che l’art. 142 vuole evitare, ossia costi ingiustificati a carico della collettività, quando certe previsioni si posso fare in zone più sicure o già rese sicure, non a caso è inserito in una legge finanziaria. Vero è che il R.U. imputa questi costi al soggetto privato che andrà a realizzare il polo logistico, però da quanto si legge nei pareri, degli organi tecnici competenti, non è dimostrato che queste opere non aumentano il rischio idraulico dell’abitato di Braccagni. Inoltre la loro manutenzione sarebbe a carico del soggetto privato, per cui la sicurezza delle case e della popolazione di Braccagni sarebbe nelle sue mani, con tutto quello che può comportare. 
Il Sindaco sostiene che le linee di sviluppo individuate dal Comune nel Regolamento Urbanistico sono state concordate con la Regione e la Provincia, come il polo agroalimentare e logistico di Braccagni, pare strano allora che ci siano tutta una serie di pareri negativi da parte delle strutture regionali e non solo. Tutti pareri acquisiti dal Comitato e che i nostri legali stanno inserendo nel ricorso che saremo costretti a presentare in caso di perseveranza, da parte del Comune, nella previsione del polo logistico attaccato a Braccagni. Cosa che vorremmo evitare e la cui responsabilità non potrà esserci imputata. 
La Regione, nelle proprie osservazioni al Regolamento Urbanistico, dichiara la previsione incompatibile con la disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale, quindi con un piano sovraordinato. 
Mentre, la Provincia di Grosseto osserva che nel Piano Territoriale di Coordinamento (P.T.C.) lo sviluppo integrato, industriale e infrastrutturale, della “Cittadella del Lavoro” sarà incentrato sul nuovo centro intermodale del Madonnino (non Braccagni che è un’altra cosa), in corrispondenza del quale saranno incentivate le localizzazioni di attività produttive innovative, integrate da sistemi collettivi di servizio alle imprese, invitando il Comune a prevedere il Polo agroalimentare e logistico intermodale nel rispetto di quanto disposto dal P.T.C.. 
Questo è lo scoglio sul quale naufraga la previsione del polo logistico attaccato all'abitato di Braccagni e noi sono anni che lo diciamo. Si devono aspettare altre tragedie? O è meglio assumersi delle responsabilità nei confronti dei cittadini stralciando questa previsione? Speriamo almeno che il Comandante rimanga a bordo, altrimenti … per cortesia … Vada a bordo, cazzo!!

2 commenti:

  1. Sapevo che su unn sindaco indaga il ministero degli interni (è di pochi giorni fa la decadenza per mafia del consiglio comunale di Ventimiglia, di ieri l'altro la proposta degli ispettori allo stesso ministero per il comune siciliano di Sgarbi, mi sfugge il nome), ma il nostro che dice di essere "sulla stessa barca", visti i tragici eventi locali, se l'è proprio voluta. Ma siamo di fronte a un politico navigato, ed anche se non della stessa idea, userà il famoso detto di quello di Predappio "non importa come, l'importante se ne parli"

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  2. Comandante, la gente di Braccagni si è ben organizzata e sta difendendo i suoi diritti, l'ambiente e i VERI prodotti di questa terra. Che ne dice abbandoniamo?

    Vabbuò!

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